wowowow!!che bella storiella che ha scritto!!*_*..scusa se la mia è di meno..ç_ç
<< Vampiro? >>
<< Che cosa ti ha fatto? Raccontami tutto..io potrei.. >>
Leon non lo lasciò proseguire, aggredendolo con rabbia.
<< Che cosa ne sai? Che ne sai di quello che è successo? Che cosa puoi fare?>>
Il suo viso si trasformò in una maschera di sofferenza, lasciò la mano che l'aveva fermato e dopo aver alzato lo sguardo verso la finestra vuota gemette.
Con una smorfia notò i lividi bluastri che quel essere gli aveva lasciato sulle braccia scoperte.
<< Oddio.. >>
Pietà? Non voleva quello,e poi, che cosa ne sapeva quel ragazzo di cosa gli era capitato.
Osservò il suo viso determinato, ricordò i soldi di prima e subito si girò correndo via.
Non sentì le grida dietro di sé, chiuse le orecchie con le mani, gli occhi bagnati, ma non poteva permettersi di cedere, di piangere.
Per la prima volta le vecchie paure presero possesso della sua mente.
Era rimasto solo.
Tremava. Non era il vento.
Si guardò intorno, tutto così diverso dalla lussuria dove era abituato a vivere.
Seguì un sentiero diverso, non gli importava dove andasse, allontanandosi dall'albergo. Ormai niente aveva più senso.
Aveva bisogno di riflettere.
Osservava le palme alte e vigorose, le luci delle stelle che così raramente aveva osservato in quei suoi anni.
E quanti, sorrise tristemente, diciassette, eppure si costringeva a pensare di essere abbastanza grande da poter badare a sé stesso.
Eppure, inconsciamente aveva sempre voluto qualcuno.
Non sapeva chi, né il suo cuore glielo diceva. suoi pensieri erano troppo confusi, no riusciva a fare chiarezza nei suoi desideri.
Approfittava dei momenti regalategli o ,anche spesso, guadagnati con dedizione.
In fondo, che c'era di male in quello che faceva per vivere? Anzi, per sopravvivere?
Regalava piacere, momenti di gioia alle persone che lo richiedevano. Lì faceva vivere l'esperienza della rinascita, dell'estasi, cercando, vanamente, di assaporare anche lui quella illusione di felicità.
E spesso si era convinto che bastava quello, aggrapparsi alle forte emozioni altrui per poter gridare al mondo di aver trovato la vera pienezza nella vita.
ma..era troppo giovane, e ..troppo inesperto.
Che cosa ne sapeva del mondo? Quello che aveva imparato in quei sudici vicoli in periferia?...o nei luridi e lussureggianti bordelli che così spesso aveva frequentato...
Ma,non se ne pentiva, dopotutto ne aveva tratto qualcosa, aveva imparato non poco da quelle persone.
Come andare avanti, come farsi rispettare, come conquistare i fragili cuori e per poi spezzarli crudelmente.
Però nessuno si lamentava mai, tutti avevano avuto quello che volevano. Una sera di passione, un momento speciale...nessun rancore.
Adesso però, le cose erano andate diversamente.
Che cosa ci faceva in questo posto sperduto?
Davanti a lui una lunga distesa di oscurità, ma non si fermò.
Era venuto accecato dalla volontà di una delle sue donne momentanee, e si era fatto inganannare dal pudore di un'altra ragazza.
Dopo il primo passo sentì l'acqua ma non gli importò, avanzò lentamente.
Allontanò ogni pensiero superfluo, chiuse la sua mente immergendosi nell'acqua gelida del fiume.
Sentiva il tepore dei lampioni dietro di sé affievolirsi, mentre in freddo prendeva possesso delle sue membra stanche.
Presto le sue labbra saggiarono il puro sapore dell'acqua, e si sentì come purificato.
Spinto da una forza nuova avanzò nell'acqua scura muovendo le braccia con grazie.
Non gli importava dove si stesse dirigendo, il suo corpo era rilassato sotto le onde gentili del Nilo.
Improvvisamente poté percepire la pesantezza dei suoi vestiti.
Spalancò gli occhi, come svegliandosi da un sogno, rendendosi conto, con una rinnovata paura a angoscia, di trovarsi in mezzo al nulla.
Intorno a lui niente, il buio totale, non si potevano scorgere le luci calde delle strade, neanche le palme cariche di frutti profumate, né le fragranze delle erbe selvatiche che l'avevano sedotto.
Si strappò con forza la camicia e i pantaloni che scivolarono lentamente come per prolungare la sua agonia.
Non sentiva il fondo, il freddo lo penetrava con violenza...
Le onde scure iniziarono a dondolare con un movimento ondulatorio spostandolo da una parte all'altra senza dargli il tempo di riprendere fiato.
Sempre quelle dannate tenebre. Le lacrime bollenti sul suo viso gelato, unico sollievo, le assaporò per la prima volta, sentendo quanto fossero salate rispetto a quella acqua così dolce e pulita.
Bevve, una sete impossibile.
Pareva capace di poter prosciugare l'intero Fiume con un sorso.
Eppure cadeva...scivolava negli abissi.
E l'acqua continuava a sostenerlo piano, a liberare la sua mente, a dargli l'illusione che cercava da un'eternità.
Non provava niente, non sentiva più il freddo, né la stanchezza, aprì gli occhi.. davanti a lui le luci bluastre riflesse come diamanti sulle onde.
Paura? Che cos'era? Sorrise, cercò di ridere, vedeva le bolle che salivano in superficie, e fu contento di sapere che le risate sarebbero arrivate fino alle stelle.
In fondo, doveva essere grato al destino, che l'aveva perdonato, aveva posto fine alle sue sofferenze.
Sorrise e allungò la mano.
Osservò, immaginò di toccare quel astro luminescente mentre le lacrime si fondevano con l'acqua cristallina.
D'un tratto sgranò gli occhi.
Le sue dita toccarono qualcosa.
I suoi sensi erano intorpiditi, eppure c'era qualcosa .
Una grande forza lo tirò dalle acque.
La luce lo invase.
Era una rinascita.
Volle piangere, per essere stato sottratto alla morte, ma gli sembrava un affronto.
Da quando aveva un animo così romantico?
Un dolore terribile lo abbandonò in pochi secondi.
Come se una parte di lui fosse morta, rimasta prigioniera degli abissi.
Aprì la bocca, l'aria, come mai l'aveva respirata.
Riprendeva a vivere.
La prima cosa che vide era la luna.
Grande, luminosa, misericordiosa.
E un sorriso, il cuore che ricominciava a battere violentemente....
Due braccia che lo avvolgevano nel loro abbraccio risanatore.
L'aria fredda della notte lo avvolse come una madre premurosa, lo coccolò e lo portò lontano, al sicuro.
Non sognò, non ne aveva bisogno.
Si svegliò su un materasso morbido, toccandolo capì che era di paglia, una fragranza, la sua preferita, una vaso di gigli freschi e puri accanto a lui su un tavolino minuscolo in pietra.
Il caldo era piacevole, il fuocherello balzava a grandi vampate dal caminetto.
E accanto a lui...un'altra luce, più potente, gentile..
Una statua?!
..un statua dalle gentili forme di una donna bellissima.Una mano fredda gli accarezzò il viso.
<< Sinu..he? >> due scie di sangue colarono dai suoi occhi neri come la notte, le sue pupille luccicarono con mille riflessi...
Era rinato,no?
Adesso non era più Leon.
<< Sì. >> captò i pensieri disperati di quella donna meravigliosa, captò la sua tristezza e solitudine.
<< Sì, sono io ..Lostris.>>
Continua...
[sì, è incasinato..ma ne parliamo su msn....xDxD e ti spiego tutto]